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Segnalato da: laRepubblica, IlGiornale, Salute33, ForumSalute.it
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Bite dentale: cos'è, come funziona, a cosa serve?

Il bite dentale si rivela essere molto più di un semplice accessorio per la bocca: è un investimento nel proprio benessere, un passo verso una vita più confortevole e senza dolore. Nel corso di questo articolo, esploreremo a fondo i benefici e le applicazioni del bite per i denti, analizzando le sue molteplici funzioni nonché gli effetti positivi sulla salute dentale e sulla qualità del sonno.


bite dentale


Cos'è il bite dentale?


Il bite dentale è un dispositivo odontoiatrico realizzato in materiale plastico (resina) che si inserisce sui denti superiori o inferiori e destinato a modificare le modalità attraverso le quali i denti vengono a contatto. In genere, è lo stesso odontotecnico o dentista a preparare l'apparecchio, dopo essersi procurato l'impronta dei denti del paziente. In questo modo, ovvero costruendo il bite su misura, si ha la certezza che il dispositivo si adatterà perfettamente alla dentatura del paziente. Solitamente, l'apparecchio è trasparente.


Esistono anche dei bite che vengono prodotti in serie a livello industriale. Stiamo parlando dei bite che si possono facilmente acquistare in farmacia. Chiaramente, in questo caso parliamo di apparecchi che non sono costruiti su misura ma che potrebbero adattarsi ai denti del paziente. In generale, però, bisogna considerare che difficilmente può avere grande efficacia un bite universale. Ciò in quanto ogni paziente è diverso dall'altro. Pertanto, anche per pazienti con disturbi simili potrebbe essere necessario realizzare un bite differente e soprattutto utilizzarlo per un arco di tempo differente. Del resto, non bisogna dimenticare che il fatto di apporre un bite tra le due arcate potrebbe comunque causare degli effetti collaterali e, dunque, avere delle controindicazioni. Ecco perché è fondamentale comprendere realmente quanto e come utilizzare l'apparecchio.


A cosa serve il bite per i denti?


A livello terapeutico, il bite può servire per diverse ragioni:

  • Bruxismo;
  • Problemi alle articolazioni temporomandibolari ATM (patologie a carico delle articolazioni della mandibola e dei muscoli deputati alla masticazione);
  • In ambito diagnostico, prima dell'inizio della terapia ortodontica, per comprendere se essa potrà avere effetto o meno;
  • Dopo la terapia ortodontica, per mantenere il risultato ottenuto (bite di contenzione);
  • Per scaricare le tensioni nervose e muscolari, soprattutto per gli sportivi.


Se l'utilizzo dell'apparecchio è legato ai disordini temporomandibolari si parla di bite di riposizionamento. Affinché il bite dentale possa avere gli effetti desiderati, è necessario sottoporre l'apparecchio a frequenti controlli dallo gnatologo, soprattutto nella fase iniziale della terapia. Inoltre, il bite non dovrebbe essere portato a tempo indeterminato, ad eccezione di casi particolari.


Molti specialisti, inoltre, sostengono con fermezza la tesi del bite che possa essere utilizzato come apparecchio per correggere difetti di postura. In realtà, sotto il profilo scientifico, non vi sarebbero ancora delle indicazioni precise circa una correlazione tra l'occlusione dentale e le alterazioni posturali.


Come funziona l'apparecchio bite?


Rispondere a questa domanda è più complicato di quanto possa sembrare, in quanto anche in tale ambito non vi sono ancora delle certezze assolute. Nel corso del tempo sono stati avallati vari meccanismi d'azione, tramite i quali si potrebbe pervenire ad una spiegazione più concreta circa il funzionamento del bite come apparecchio.


Fino ad alcuni anni fa, si riteneva che il meccanismo principale di funzionamento del bite era legato alla correzione della malocclusione dentale. In caso di pazienti con denti storti, denti assenti o contatti dentali non uniformi, il bite dentale veniva adoperato come soluzione terapeutica per la correzione dei difetti dell'occlusione. Andando, infatti, ad interporre tra i denti la superficie dell'apparecchio era possibile ridurre il gap relativo a queste discrepanze. In questo modo, il paziente poteva ripristinare una corretta occlusione dentale e ristabilire contatti uniformi tra i denti. Di recente, però, è stata ridotta notevolmente la portata della validità assoluta di una relazione di causa ed effetto tra le malocclusioni dentali e la presenza di problematiche ATM. Sembra, infatti, che tale meccanismo possa funzionare efficacemente solo in presenza di alcuni casi gravi di malocclusione.


Un'altra ipotesi che si è fatta strada circa il funzionamento del bite riguarda la correzione della posizione della mandibola. Questo approccio non si focalizza, dunque, sulla posizione dei denti bensì su quella della mandibola (troppo in avanti, troppo indietro, eccessivamente chiusa o in posizione laterale). Il bite dentale potrebbe essere, in questi casi, la soluzione migliore per correggere tali difetti, consentendo alla mandibola di acquisire una posizione più naturale. Teoricamente, ciò consentirà alle articolazioni della mandibola di non essere sovraccaricate e ai muscoli adibiti alla masticazione di operare in modo più sereno e simmetrico. 


C'è chi, invece, sostiene che il funzionamento del bite per denti sia focalizzato sulla modifica della percezione dei contatti dentali che si verifica a seguito dell'impiego dell'apparecchio. Ciò consentirebbe di ridurre gli eposidi di bruxismo, vale a dire il serramento e digrignamento dei denti che, solitamente, si verifica di notte, durante il sonno.


Ulteriore ipotesi si basa sull'assunto che la presenza di un bite dentale tenda a modificare temporaneamente la posizione della mandibola, consentendo alle articolazioni ad articolazioni e muscoli masticatori di attivarsi ed essere sollecitate diversamente. La differente distribuzione dei carichi a livello articolatorio e masticatorio potrebbe diminuire la sollecitazione dei tessuti sofferenti e il dolore associato a questa condizione.


Occhio anche all'effetto placebo. Diversi studi scientifici ne avrebbero confermato la validità, dopo che ai pazienti era stato fatto utilizzare un bite finto, dunque non in grado di coprire i denti. I pazienti, in questo caso, avrebbero comunque riferito di un minore dolore a seguito dell'impiego del falso bite.


Nell'ambito dei problemi di bruxismo, il bite dentale può svolgere diverse funzioni importanti, come ad esempio proteggere i denti dall'usura e da eventuali fratture dentali che potrebbero verificarsi. Il solo fatto di apporre l'apparecchio tra i denti inferiori e superiori impedisce a priori un contatto diretto tra le due arcate.


Prezzo bite dentale: qual è il costo?


Abbiamo poc'anzi specificato che i bite vanno realizzati su misura. Difficile, pertanto, stabilire a priori un costo. Orientativamente si parte da un minimo di 150 euro fino a circa 550 euro. Molto più contenuto, invece, il costo per i bite in farmacia (si parte da un minimo di 20 ad un massimo di 50 euro). In ogni caso, è sempre meglio rivolgersi preventivamente allo gnatologo prima di prendere qualsiasi decisione in forma autonoma.

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