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Segnalato da: laRepubblica, IlGiornale, Salute33, ForumSalute.it
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Bite e postura: il lavoro dello gnatologo

Il sistema motorio dell’uomo è organizzato per contrastare due forze: quella di gravità e quella centrifuga. La postura, ovvero la posizione che il corpo assume per contrastare tali forze, richiede un costante adattamento. La postura è condizionata dalla testa e dai muscoli della masticazione e del collo che sono in stretta relazione tra loro e interagiscono direttamente con la muscolatura delle spalle.

Ecco perché un’interferenza dell’occlusione dentale è in grado di pregiudicare la postura determinando disequilibrio muscolare e minor rendimento. La branca dell’odontoiatria che studia e cura, sotto tutti gli aspetti anatomico-funzionali, l’apparato masticatorio è la gnatologia: si occupa proprio di studiare e ripristinare il corretto equilibrio tra questi distretti risolvendo la sintomatologia che ne deriva. L’obiettivo è l’individuazione del corretto rapporto cranio-mandibolare, il suo mantenimento e il suo ripristino.

Una visita gnatologica può evidenziare la presenza di mal-occlusioni, disordini dell’articolazione temporo-mandibolare o cranio-cervico-mandibolari. Quando i denti sono in posizione di riposo fisiologico, i muscoli del core (collo, testa, torace e addome) sono rilassati, consentendo a tutti gli altri muscoli di funzionare ad un livello superiore (aumentando la prestazione e diminuendone l’affaticamento).

Quando la mandibola è rilassata e scende leggermente in avanti, dilata le vie respiratorie. L’aumentato ingresso di ossigeno consente di liberare (sciogliere) i muscoli coinvolti nello sforzo fisico, compresi quelli della schiena e addome, per il reclutamento. Ecco che il bite diventa lo strumento in grado di migliorare in maniera assolutamente naturale le prestazioni degli atleti, proprio perché con l’ottimizzazione dei rapporti posturali si ottengono molteplici benefici tra i quali un minor consumo di energia ed una migliore espressione della forza fisica e mentale.


Cos’è il bite?

Il bite è un apparecchio mobile trasparente, realizzato su misura e sotto prescrizione dell’odontoiatra, in base alle impronte dei denti di ogni paziente. È in grado di osteggiare i problemi di una scorretta occlusione delle arcate dentarie, dovuti ad esempio ad un’errata otturazione di una carie, o ad una crescita difficoltosa dei denti del giudizio, fino a patologie più serie che possono comportare uno spostamento della mandibola dalla sua posizione naturale e quindi sintomi quali mal di schiena, mal di testa e dolori cervicali. Se i denti non sono allineati, infatti, ne risente l’intera postura del corpo.

Il bite, una volta posizionato nella bocca, è in grado di portare la mandibola nella posizione corretta. Permette di non digrignare o serrare i denti durante la notte, corregge la postura e può risolvere cefalee e dolori al rachide. Il bite, nei casi di bruxismo notturno, ha un triplice effetto:

  • protegge lo smalto dai traumi da sfregamento e serramento dei denti;
  • ristabilisce il corretto allineamento delle due arcate dentali;
  • elimina le tensioni muscolari a livello della mandibola e del collo.


Bite: utilizzi specifici

  • Il mondo dello sport ha scoperto il bite per migliorare in maniera assolutamente naturale le prestazioni degli atleti, in quanto con l’ottimizzazione dei rapporti posturali si ottengono molteplici benefici, tra i quali un minor consumo di energia e una migliore espressione della forza fisica e mentale.
  • Nei bambini invece, anche se il bruxismo è molto frequente, non è consigliabile l’utilizzo di bite. Durante il periodo della dentizione mista il digrignamento è spesso assiduo e rumoroso, ma può essere legato all’occlusione ancora instabile o a tensioni emotive della fase di crescita. Durante l’ortodonzia, invece, il bite può correggere la crescita alterata dei mascellari.

Dopo l’ortodonzia può ancora essere utile per stabilizzare i risultati ottenuti. Per concludere il bite può essere quindi uno strumento utilissimo per evitare l’usura, danni al parodonto e per la ricerca di un’occlusione che metta in buon rapporto il mascellare superiore con la mandibola.

L’importante è, sempre, affidarsi ad un esperto ed evitare il “do it yourself”.

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